mercoledì 11 gennaio 2012

Problema del minimo numero di indizi nel Sudoku

Il problema del minimo numero di indizi nel Sudoku è risolto. 17. Come si sospettava.

Qual è il minor numero di indizi (numeri noti) in uno schema di Sudoku, che possono individuare una griglia univocamente?

Una griglia specifica, ovviamente.
Era nota una griglia che poteva essere individuata da 29 set diversi da 17 indizi ciascuno, in precedenza, ma era arduo pensare di dimostrare che questo fosse il limite, senza controllare esaustivamente i set di 16 indizi.

Gary McGuire ha scritto un programma ottimizzato per controllare tutte le griglie (5,472,730,538 uniche a meno di permutazioni e simmetrie di vario tipo) alla ricerca di un set di 16 indizi. Checkers, il programma, usa una tecnica relativamente nuova che sfrutta i "set inevitabili" di indizi, dei gruppi di cifre nella griglia di cui almeno una deve essere presente in una griglia di soluzione, per mantenere l'unicità.

In meno di un anno il suo cluster di computer ha finito di controllare le griglie confermando l'ipotesi, e bruciando sul tempo progetti analoghi come Sudoku@vtaiwan, che usavano una vecchia versione (meno ottimizzata, circa cento volte piu' lenta) di Checkers.

lunedì 9 gennaio 2012

Il pesce cane

Il pesce-cane, letteralmente.

Bellissimo spot della Wolsfwagen, per il Sud America, con questo ibrido tra pesce e cane, che si esprime in tutta le sue potenzialità.

Magnifico il dualismo di stereotipi, Cane che insegue Gatto, Gatto che insegue Pesce.

sabato 7 gennaio 2012

Le pietre di Stonehenge.

Da un articolo del National Geographic Italia.

Le pietre di Stonehenge furono trasportate per 250 Km.
I ricercatori hanno trovato in Galles il sito originario da cui furono estratte (naturalmente o no è ancora da scoprirsi) le pietre blu che ora formano il cerchio intero del famoso sito di Stonehenge.
Di quelle più esterne si conosceva già la provenienza, una cava di arenaria a poco più di 40 chilometri.

Non si sa come siano state trasportate, non si sapeva prima e tantomeno ora che le distanze sono aumentate così spropositatamente per le tecnologie dell'epoca. Si fa strada un'ipotesi complessa ma non assurda, che sia stato un ghiacciaio, espandendosi, a trasportare i massi, per poi abbandonarli mentre si ritirava.
L'altra opzione, il trasporto a mano, sembra sempre più irrealistica.

Per 20 anni gli studiosi hanno confrontato le famose bluestones con tutte le pietre dei dintorni, con tutte le cave e gli affioramenti rocciosi, senza alcun riscontro.
Poi ahnno trovato quasi per caso una corrispondenza con una pietra proveniente dal Galles, e la loro attenzione si è rivolta lì, fino a trovare l'affioramento roccioso di Craig Rhos-y-Felin, in un terreno privato adibito ad allevamento di ovini.

Troveranno i resti di un'antica cava, confermando l'ipotesi umana, oppure vincerà l'ipotesi ghiacciaio?

giovedì 5 gennaio 2012

Tablet ecologici

Un utente medio di tablet, usa un sacco di energia per toccare, accarezzare il suo tablet. 10mila tocchi ogni giorno, dicono le stime.
Energia sprecata!

Da qua all'idea che hanno sviluppato i progettisti di Ecowizer, il passo è breve.
Grazie alla tecnologia nano piezoelettrica, questo tablet permette di riciclare efficacemente questa energia per ricaricare il Tablet, senza che abbia più alcun bisogno di energia.

Il progetto ha vinto sbaragliando le altre proposte il concorso di Fujitsu e Design Association Japan "a life with future computing", come il più promettente progetto ecosostenibile in questo mondo tecnologico senza più energeticamente dispendioso.

martedì 3 gennaio 2012

Vasi da Bonsai

Spesso si sbaglia a considerare il vaso bonsai come un accessorio, un ornamento aggiuntivo. Anzi, nell’arte bonsai pianta e contenitore sono l’uno il complemento dell’altro.

Lo si può ben dedurre anche dallo stesso ideogramma giapponese: bonsai (盆栽) che significa appunto vegetale in vaso.
In un primo momento della storia dell’arte bonsai però, non si pensava alla fabbricazione di questi recipienti, oggi diventati stupendi, di varie forme e colori. Infatti le piante si mettevano in ciotole generiche più grandi.

Si può dire che la scelta del vaso deve essere abbinata a:
- l’altezza del bonsai
- lo spessore del tronco
- il colore dei frutti (per un effetto più che altro artistico)

Consigliamo i vasi fabbricati usando il gres, ottimo materiale allo stato grezzo. Normalmente si sconsigliano i vasi in porcellana che potrebbero non far esaltare la bellezza del bonsai e distrarre l’attenzione alle tecniche con le varie decorazioni presenti sulla superficie del vaso.

Possiamo consigliare alcuni modi per esaltare al meglio l’aspetto del bonsai:
1) Collocare gli alberi più robusti e massicci in vasi altrettanto spessi, al contrario vasi bassi e larghi per i bonsai con fusti leggeri e scarsa ramificazione.
2) Le conifere in generale si abbinano a vasi più scuri non spigolosi perchè dovrebbero far richiamare l’ambiente in cui crescono in modo spontaneo.
3) Vasi smaltati si abbinano ad alberi dalla foglia caduca o da frutto.

Possiamo infine consigliare una posizione all’interno del vaso per il nostro bonsai.
I maestri giapponesi infatti insegnano ai loro allievi a dividere in quattro parti immaginarie la superficie interna del recipiente. La regola di base per dare al bonsai un senso di profondità e per far trasmettere a chi osserva un senso di equilibrio nel vostro vaso è non posizionare mai la pianta al centro del contenitore, salvo nei vasi tondi o quadrati.

Si provvederà in seguito a posizionare la pianta in uno di questi punti, tenendo conto della posizione del tronco, del fogliame e all’inclinazione del bonsai rispetto allo stile da noi adottato. Diversa è la composizione nello stile boschetto, le piante più grandi vanno posizionate sul davanti e le più piccole e sottili ai margini estremi del vaso, proprio per formare una vera foresta.

Ricordate che l'armonia in quest’arte è tutto.

Originale di passionebonsai, distribuito con licenza Licenza Creative Commons

domenica 1 gennaio 2012

Scrivere al contrario

Nasce in maniera faceta, uno script per scrivere al contrario e scherzare negli status di Facebook.

Parlo di Fliptile, o se preferite ǝlıʇdılɟ.

Ed ora si è evoluto, quando il popolo della rete ne ha trovato nuovi usi: alcuni dissidenti sono riusciti ad aggirare la censura nei loro paesi, in cui vengono applicati filtri a quel che si scrive in rete. I filtri riconoscono le semplici sostituzioni letterali (il leet), il rot13 ed i simili cifrari di Cesare, ma ancora sono impreparati alle scritte alla rovescia!
E "decriptarli" e renderli di nuovo leggibili e' semplice con lo stesso script.

Certo, e' semplicemente un cifrario a sostituzione (più permutazione stupida), ma che la fantasia dei censori non è riuscito a prevedere, sono le piccole soddisfazioni che fanno capire quanto sia la voglia di comunicare nel mondo.

Un saluto da ǝlǝɯ ıp ɐllɐd